"GAPscape - State of Art - Italia"
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Palazzo delle Esposizioni museo
Achille Bonito Oliva |
L’arte è una domanda sul mondo, e l’artista è un inviato speciale nella realtà. L’arte è un massaggio del muscolo atrofizzato della sensibilità collettiva è l’irruzione di un gesto catastrofico sull’equilibrio del linguaggio interpersonale e paradossalmente la capacità di giocare tra catastrofe e comunicazione. Minya riesce con equilibrio a manovrare entrambi gli aspetti. (continua...) |
L’Italia è un paese di poeti, guerrieri e navigatori ci dice un’antica retorica del passato. E pure il ventaglio di personaggi scelti dall’artista sono assolutamente documentati sia dalla storia personale di ognuno, ma direi anche dalla capacità di essere trasfigurati in icone.
L’intervento catastrofico sull’linguaggio va felicemente a buon fine in quanto l’artista pratica una tecnica assolutamente personale. Riesce a riportare sulla superficie speculare con pixel e adeguata assistenza manuale dell’artista per produrre una figurazione, una rappresentazione, uno spostamento dalla vita all’opera di personaggi riconoscibili, ma questa riconoscibilità passa attraverso la griglia linguistica. Un sistema formale, originale che dimostra quanto l’arte che parte da un empito morale è una domanda sul mondo attraverso una risposta linguistica assolutamente adeguata e accurata.
La figurazione nel caso produce una galleria, l’esemplare di eccellenze esistenziali comportamentali, professionali che producono modelli di comportamento attraverso la contemplazione che il pubblico può assumere di queste figure e partecipare da fermo, attraverso questa nuova iconografia, a sviluppare, massaggiare il muscolo atrofizzato della sensibilità collettiva.
Opera sociale è questa collettivamente organizzata che produce nuovi processi di conoscenza. Nel nostro caso, conoscenza di nuovi modi di produrre l’immagine, di praticare la pittura, e dall’altra parte direi la capacità di creare, illustrare la storia del nostro paese.
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Introduzione
"GAPscape - State of Art - Italia"
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Palazzo delle Esposizioni
Nicola Zingaretti |
“GAPscape – STATE OF ART – ITALIA” mostra l’estro di un’artista originale e attuale come Minya Mikic e, insieme, un’idea dinamica e positiva dell’Italia, come fucina di talenti, terra di professionisti appassionati e intelligenze. Per questo la Regione Lazio ha deciso di sostenere questo evento culturale, che potrà avvalersi del prezioso contributo di Achille Bonito Oliva, promotore del progetto.
(continua...) |
Uomini e donne che l’autrice della mostra definisce “ambasciatori del made in Italy”, di cui sono patrimonio nazionale e internazionale. Personaggi provenienti da tante città italiane diverse e tutti uniti nella rappresentazione del “corpo” e dell’”anima” del nostro Paese. Mikic è riuscita a immortalare un patrimonio di luoghi e persone che sono divenuti patrimonio comune. Questo è senza dubbio un progetto innovativo, moderno, vivace e sicuramente diverso da molti altri.
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Introduzione
"GAPscape - State of Art - Italia"
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Plazzo delle Esposizioni
Giovanni Malagò |
Un progetto artistico che lascia il segno. Che esalta l’eccellenza del made in Italy, valorizzando – attraverso ritratti speciali – la straordinarietà del nostro Paese, grazie all’unicità dei personaggi che lo caratterizzano. Achille Bonito Oliva ha saputo realizzare tanti piccoli capolavori confezionando, con il supporto di Minya Mikic, un’opera che può diventare il biglietto da visita più efficace per promuovere l’immagine vincente della tradizione tricolore, anche per sostenerci nelle sfide in cui siamo impegnati, tra cui quella olimpica chiamata Roma 2024. Tanti protagonisti, un unico comune denominatore: il senso di appartenenza nei confronti delle nostre radici, l’orgoglio di rappresentare e sventolare – con legittima fierezza – una tradizione che si specchia del successo.
(continua...) |
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Introduzione
"GAPscape - State of Art - Italia"
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Palazzo delle Esposizioni
Mario De Simoni |
Il Palazzo delle Esposizioni è lieto di ospitare il progetto “GAPscape – STATE of ART – Italia”, promosso e curato da Achille Bonito Oliva, che attraverso i quadri/ritratti di tanti eminenti italiani di oggi, opera di Minya Mikic, intende rappresentare una sorta di ideale viatico artistico per il percorso della candidatura di Roma sede olimpica 2024, e per questo arriva da noi con il sostegno del Comitato Roma 2024.
(continua...) |
Siamo certi che questo spirito di collaborazione intellettuale e istituzionale, concretizzatosi nella realizzazione del progetto “GAPscape – STATE of ART – Italia”, possa e debba accompagnare l’intero cammino della candidatura di Roma 2024.
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Introduzione
"Corriere della Sera - maggio 2016"
"Minya Mikic, celebrità made in Italy"
"Comunicazione visiva che raccontano l'uomo"
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mostra personale in galleria Ellebi
Loredana Barillaro |
Un discorso che non è mai univoco quello tessuto nei lavori di Minya Mikic, mediante parole che non sono tali, ma che si traducono, come in un passato arcaico, in linee e simboli. Nessuna retorica, rievocazione dei linguaggi che furono, ma è necessario accennarvi poiché è da ciò che l’artista parte per illustrare il suo percorso. Un percorso lungo dieci anni che racconta i meccanismi della comunicazione, così mutevoli: dall’arte rupestre, con i suoi graffiti, ad oggi, un’epoca in cui la tecnologia viaggia a velocità estreme. Una riflessione sul linguaggio e attorno al linguaggio.
(continua...) |
Nelle opere di Minya Mikic le linee ed i movimenti a volte sinuosi, talora graffianti, nervosi costituiscono la parte umana, primordiale, su materiali contemporanei. Ecco allora che il gesto libero si affianca alla regola, al metodo, così necessario per esprimere l’idea. Forse Minya costruisce un corpo, vi è l’anima e vi è la carne. Una carne segnata, incisa, che muta la sua natura per divenire altro da sé. Stratificazioni di materia come stratificazioni di epoche lontane che salgono alla superficie attraverso tagli, cunicoli o rilievi. Quasi un mondo parallelo, l’immagine negativa di ciò che sta al di qua. Non è mai un lasciarsi andare assoluto, non è il caos. Figurazioni segmentate e ricomposte attorno a cui il nostro movimento, forse, altro non è, che una danza rituale pronta, ancora una volta, a ricondurci indietro nel tempo.
Ma una superficie in plexiglass non è solo trasparenza, è determinazione e volontà, poiché, qui, non c’è ripensamento.
Davanti alla parete si coglie l’essenza, la parte pittorica che mediante acquista una particolare tridimensionalità, particolare perché non tangibile, mutevole con il mutare della luce. Un “quadro” in plexiglass non finisce mai, ma cambia, si evolve nell’incontro inevitabile con quanto sta oltre e attorno.
GAPscape è proprio questo, osservare, scrutare attraverso crepe e fessure e la Urban Art di Minya Mikic è quella che agisce sul paesaggio, da esso forse trae origine. Luoghi come New York, Roma, Londra, mutano il loro aspetto, la loro natura e al contempo il “quadro” diviene elemento classico o grida forte la sua contemporaneità. Non è più un inglobare il “testo” nei limiti del quadro conferendogli “vita eterna”, ma si tratta di un’esperienza del qui ed ora e mai a senso unico.
Il suo percorso artistico non si ferma qui, ed ecco che altri soggetti, nuove sperimentazioni formali si delineano nel suo lavoro, i ritratti. Qui, più che altrove le luci, le ombre, le linee dei volti, gli sguardi, sono il risultato di un gioco prospettico fra il dentro e fuori. Ella aggiunge quando qualcosa manca e sta a guardare quando è la luce ad intervenire.
Dunque lavori mutevoli che modificano e si modificano in relazione al contesto. Minya Mikic interviene per organizzare lo spazio, e lo fa con semplici “regole”, senza imposizione alcuna, solo fornendo uno strumento per un’osservazione che sia il più possibile soggettiva. Non c’è un prima e un dopo, vi è semplicemente una visione mutevole e simultanea attorno a cui movimenti “ancestrali” ne ricordano l’origine.
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Introduzione
"Linguaggi primordiali nella concezione moderna di Minya Mikic"
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galleria Edieuropa
Andrea Palermo |
Nel ricordo ancestrale dell'uomo i simboli sono alla base delle tradizioni tramandate nel tempo. Primi coloro che recarono sulla roccia i marchi indelebili che narrano di tempi infinitamente lontani ma che trovano spazio nei nostri pensieri cancellando l’oblio nella nebbia della storia.
Figure disegnate, scolpite, nate dallo sguardo affascinato dei primi uomini che guardavano con stupore la creazione maestosa della natura non da semplici spettatori ma da attori capaci di decidere le sorti dell’umanità con le loro azioni e con i loro linguaggi trascritti, consapevoli di lasciare ai posteri la ricetta alchemica dell’immortalità, che solo l’arte può donare all’uomo.
(continua...) |
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Introduzione
"Corriere della Sera - Maggio 2010"
"Minya Mikic sulla scia della storia"
"Golf & Eventi - Agosto 2010"
Golf & Eventi magazine reports on it's full second page about Minya's solo exhibition in galleria Tartaruga in Rome
"Italia Sera" - Giugno 2010
Valleria Bittarelli from "Italia Sera" reports on Minya's exhibition in "Galleria della Tartaruga"
"Il Messaggero" - Giugno 2010
Critico d'arte Danilo Maestosi in "Il Messaggero"
"Minya Mikic, dal delta alle sorgenti del linguaggio"
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mostra personale nella galleria Tartaruga
Andrea Romoli Barberini |
Un “racconto” visivo in chiave squisitamente aniconica che,
nel negare ogni referenzialità dell’immagine, consente ai
segni di generarsi e organizzarsi liberamente per
ricostituire, quasi si trattasse di un’esperienza di
laboratorio, la fase embrionale del linguaggio. In questa sofisticata contraddizione, che formalmente include alcune componenti della cultura informale per negarle con la programmaticità degli obiettivi della ricerca, risiede il nodo centrale dell’esperienza pittorica più recente di Minya Mikic. (continua...) |
A guardare nel recente passato di questa artista è possibile rintracciare anche una significativa rettifica di percorso, quasi un pentimento, che non smentisce la coerenza del suo corpus pittorico ma che anzi ne esalta il rigore, quasi a voler spostare ancora più indietro nel tempo il punto di partenza di questa sua complessa ricognizione.
Il riferimento va a quella pur accattivante serie di opere in cui si potevano distinguere lacerti figurali, memori delle pitture rupestri preistoriche, discretamente inseriti nei supporti come una sorta di indizio cronologico, di indiscutibile forza evocativa, concesso all’osservatore.
Frammenti di forme referenziali, tentazioni iconiche, del tutto sparite dalle opere più recenti senza conseguenze sulla “riconoscibilità” dell’artista che resta efficacemente affidata al clima arcaico che scaturisce, in questi manufatti al pari di quelli passati, da una materia spessa e porosa, solcata da segni di vario registro. A una gestualità viscerale che graffia le superfici con diversa energia, si uniscono infatti calligrafici arabeschi e modulazioni materiche regolari, ottenute con stampi elementari proprio alla maniera di certe soluzioni preistoriche.
I supporti così organizzati nelle loro seducenti trame segniche e nella ridondanza di una materia fatta di terre e pigmenti, si presentano come veri e propri palinsesti pittorici, stratificazioni di superfici diverse e sovrapposte individuabili grazie alle loro stesse discontinuità, ai solchi, alle cavità, ai rilievi che rinviano ad epoche, ere diverse. Sono le sedimentazioni di un istinto comunicazionale che, nella sua fase magmatica, precede la codificazione dei segni.
Una pittura da interpretare quindi come una sorta di esperienza metalinguistica che sembra voler risalire il grande fiume del linguaggio, a partire dalla complessità del suo delta, dato dal nostro presente, per raggiungere la sua sorgente, e con essa il grado zero della comunicazione.
La necessità di far coesistere e interagire, nello stesso manufatto, segni di epoche diverse ha da qualche tempo imposto all’artista l’utilizzo di materiali trasparenti in luogo delle tradizionali tele.
La Mikic, attraverso l’uso e la lettura bifronte di questi nuovi supporti esalta l’idea di successione e sovrapposizione temporale del segno, dal passato al presente, dalla materia per la rappresentazione al qui e ora della realtà viva e presente e viceversa, concedendo così all’opera la possibilità di una contaminazione, dinamica e mai stabile grazie alla trasparenza che ingloba azioni e situazioni del mondo circostante.
Ben al di là del concetto tradizionale di quadro, queste opere, come dimostrato dalle sperimentazioni condotte dall’artista nei luoghi della vita comune (spiagge, monumenti storici), cercano ora una diretta relazione con la realtà, non intesa come possibilità rappresentativa, ma come occasione di appropriazione, condivisione e contaminazione. Una pittura che ora, consapevolmente, senza negare e anzi radicalizzando la sua identità disciplinare, cerca un rapporto diretto e simultaneo con il seducente divenire dell’irrefrenabile performance del mondo nell’incontrollabile complessità dei suoi segni.
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Introduzione
"La Voce" - Maggio 2010
La Voce covers Minya's solo exhibition at "Galleria della Tartaruga" in via Sistina in Rome
"GAPscape New York"
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solo show in Monkdogz Urban Art gallery Bob Hogge |
Minya is an extremely innovative and vastly intelligent
artist whose use of texture and symbolism can take the
viewer into both the past and future simultaneously as if
they are discovering pre-historic petro glyphs next to an
object left by some alien traveler from beyond our galaxy.
(continua...) |
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Introduzione
Minya Mikic - Monography
Minya’s monography is edited by "Operaprima" and "Monkdogz Urban Art".
"Lettera Internazionale" - 2008
Minya's painting on the cover of the international quarterly.
"GAPscape - Roma"
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mostra personale nella galleria Tartaruga Mario Cappelli |
Awaiting Minya’s solo exhibitions in Rome’s Galleria della Tartaruga and
subsequently in New York’s Monkdogz Urban Art in Chelsea Art
connoisseurs in Italy know this artist who exhibits in Rome and New
York, for her previous exhibitions in Italian galleries and abroad.
(continua...) |
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Introduzione
"Golf & Eventi" - Maggio 2008
Review "Golf & Eventi" brings a text about Minya's works
"Italia Sera" - Maggio 2008
"Italia Sera" on Minya's solo exhibition in Rome
" Golf & Eventi " - Maggio 2007
Monthly review "Golf & Eventi" writes about Minya's art
"Transformunication"
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mostra personale nella galleria Tartaruga Ida Mitrano
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The rediscovered symbols of Minya Mikic
To exceed the fractionating of space and linearity of time,
recovering them in the synchrony of space and time of her work, is what
connotes the art of Minya Mikic.
(continua...) |
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Introduzione
"Transformunication"
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mostra personale Claudio Perri |
In the paintings of Minya Mikic more than the colours deliberately
monochromatic, are the surfaces, processed with the expertise, to impose
themselves powerfully:
(continua...) |
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Introduzione
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"Transformunication"
Irina Subotic |
In dialog established between present artistic thought and traces of
old, antic primary civilizations, young artist Minya is trying to
maintain balance between universal values and new visual possibilities
of the painting.
(continua...) |
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Introduzione
"Italia Sera" - Febbraio 2006
LA mostra di Minya nel Febbraio 2006
"Transformunication"
Roma, Maggio 2004
Stefania Missio
(continua...)
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Introduzione
"JAT review"
Serbian national air company writes in its journal an extensive report on Minya.